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giovedì 29 luglio 2021

"Regala la tua assenza a chi non da valore alla tua presenza"

 

REGALA LA TUA ASSENZA A CHI NON DÀ VALORE ALLA TUA PRESENZA…

Questa frase mi appartiene da sempre…
Nella vita ho creduto di far parte di qualcosa, solo per il semplice fatto di essere un membro della famiglia e di avere lo stesso sangue. Quanto mi sbagliavo!
Non ho mai mancato di rispetto a nessuno, né tantomeno offeso qualcuno, mentre io sono stata sempre criticata e messa in disparte, fino a che non l’ho fatto di mia spontanea volontà.
Ci ho provato in tutti i modi a essere come loro ma la realtà è che non lo sono. Non so mentire e se qualcosa non va, mi si legge in faccia.

BEATI COLORO CHE SANNO FINGERE UN SORRISO, QUANDO PROVANO ASTIO DENTRO!

Io non uso maschere perché mi fanno paura, uso parole e fatti. Ho sbagliato forse a non dire le cose in faccia quando potevo, ma ho preferito non farlo per paura che la mia rabbia potesse far uscire parole delle quali mi sarei pentita in seguito, anche se meritate. Ho parlato tanto volte, ho fatto notare le mancanze nei miei confronti e ho ottenuto solo giustificazioni stupide o bugie. Mi hanno fatto passare per quella che non sono, mi hanno esclusa e visto che non ci sono mai stati nella mia vita, di cosa si stupiscono ora?
Sono stanca di parlare con chi non ha orecchie per sentire. Tante cose vorrei dire, tanti rancori non troveranno mai pace nel mio cuore, ma va bene così.
Anni fa, feci una promessa a mia madre di non rivelare mai un fatto accaduto, per non rovinare l’equilibrio familiare. Mi è costato tanto e mi pesa nel cuore perché vorrei urlarlo in faccia alla persona a cui porto risentimento da così tanti anni, così forse capirebbe il mio astio ed io troverei la pace.
Questa persona in particolare, mi ha sempre denigrata e trattata male, usando parole offensive, pesanti e oggi mi chiede perché, come mai io gli abbia detto, “Non ho altro da dirti”?
Ipocrita.
La cosa che mi dispiace è che la persona con cui vive da più di 50 anni, non sa molte cose e finge di non vedere oltre. Questo mi ferisce più di ogni altra cosa, visto il legame familiare con mia madre. Oggi mia Madre non c’è più, mia Nonna nemmeno e mi vogliono portare via anche l’ultimo luogo felice e pieno di ricordi che ho di loro e poi io sarei la persona cattiva e ingrata? C’è da riflettere anche su questo.
Non sono una vittima, non mi ci sono mai sentita e se un giorno mi domandavo il perché, oggi mi dico che è giusto così perché simile cerca simile… averlo capito prima, non avrei sofferto per voi tutto questo tempo.

Addio e buona vita a voi che non leggerete mai queste parole…


Eka







domenica 30 maggio 2021

30.05.2012

Mamma
💛
"Si dice che il tempo
guarisca le ferite;
si dice che il dolore
si attenui;
si dice che il vuoto lasciato
si colmi di nuovo;
si dicono tante cose
per farsi coraggio,
ma se perdi una persona amata,
perdi una parte di te.
Una parte del tuo cuore muore,
viene oscurata, diventa fredda e
resterà così per sempre.
Perchè niente potrà darle vita,
come quel sorriso, quella voce, quegli abbracci, quel nome...
...Mamma!"
💛
Eka

domenica 2 maggio 2021

02.05.1999

💙
"E' inutile conquistarsi la fiducia e la stima di qualcuno se 
questo qualcuno non vuole esserti amico!
Fa male e non è giusto!
Ma non sei tu a scegliere,
quando lo troverai e avrà deciso
allora sarà lui il tuo migliore amico!
💙
Eka

venerdì 9 aprile 2021

09.04.1999

💛
"Pioggia,
altro non sei
che un aggregato di tante picole gocce,
che scnedono giù tutte insieme,
come tanti soldatini coraggiosi,
che affrontano con valore
il rude impatto con la terra".
💛
Eka

martedì 30 marzo 2021

30.03.2002

💓
"Domani
ti dico che sarà per sempre,
Oggi
ti dico che la nostra era sarà meravigliosa.
Ieri
Anima mia,
ti dico che...
...TI AMO!" 
 💓
"Specchio della mia anima,
oggi,
mi sono riflessa nei tuoi occhi ed ho visto la profondità degli oceani,
nel tuo sorriso,
ho visto le nostre anime,
sulle tue labbra,
ho visto il nostro Grande Amore!"
💓
Eka

mercoledì 24 marzo 2021

24.03.2017

Per Giovanna
💚
"Quando un'amica così nobile
si espone alla luce,
non tutti sono in grado di reggere lo sguardo.
La cosa più semplice è chiudere gli occhi,
la cosa più coraggiosa,
è ascoltare ad occhi aperti!"
 💚
Eka

venerdì 5 febbraio 2021

Io, mia madre e Lovecraft

Ciao a tutti!
Volevo parlarvi di questo mio secondo libro edito a novembre 2020, “Io, mia madre e Lovecraft”.
Iniziamo col dire che è ambientato in un paesino vicino Verona chiamato San Giovanni Lupatoto. Perché questa scelta? Questo luogo è presente nei miei ricordi da molto tempo, forse dal lontano 1985 quando io e la mia famiglia fummo invitati da uno Zio, a passare l’estate a casa sua. Serbo un bellissimo ricordo di quella estate perché non solo ero in attesa che nascesse mia sorella Elisa, anche per aver conosciuto dei lontani parenti di mio padre e aver passato con loro momenti indimenticabili. La loro casa, la piscina, il campo da tennis, erano per me dei luoghi fantastici dove la mia mente spaziava in cerca di avventure straordinarie. Nonostante fossi l’unica bambina, all’epoca avevo otto anni, mi divertii moltissimi ed ebbi il piacere di condividere segreti con Zia Lucia, di scrivere il mio primo libro con l’aiuto di mia cugina Cristina e di farmi tante tante risate con lo Zio Umberto.
Niente di particolare direte voi, ma non sono d’accordo. Una parte del mio cuore si è fermata lì insieme a loro, dando vita nel tempo allo scenario del mio racconto.
La casa in cui abita la mia eroina Gemma, è ovviamente un ricordo distorto della casa di mio Zio, la stessa fabbrica di famiglia, non è altro la conceria che lui aveva un tempo. La proprietaria del locale in cui si recava Gemma con la mamma quando era bambina, in realtà è mia cugina Cristina.
Questo per farvi capire che in ogni libro che scrivo e che in futuro scriverò, ci sarà sempre una parte di me, un punto o una virgola vissuta della mia vita che mi ha reso ciò che sono.



Estratto da “Io, mia madre e Lovecraft” ...

Fatalità, eravamo nel posto in cui, io e la mamma, venivamo subito dopo lo spettacolo al cinema. Ci fermavamo a prendere una tazza di cioccolato caldo d’inverno e un thè freddo d’estate, scambiavamo due chiacchiere con la cameriera, vecchia compagna di scuola della mamma. Un tipo molto disponibile, gentile, di bella presenza, con un gran bel fisico. Cristina, era il suo nome. Ballerina per hobby, con la passione della danza classica e amante dell’opera lo “Schiaccianoci” e “Il lago dei cigni”, tanto da tappezzare le pareti del locale con foto che la ritraevano in tutù.
Ammiravo quelle immagini e invidiosa del suo dono, sognavo di danzare anch’io vestita da mille strati di tulle. Una volta ci invitò a vedere un suo spettacolo qui all’Arena e ne rimasi a dir poco estasiata, a tal punto di volermi iscrivere a danza. La nonna non mi permise di farlo, visti i miei impegni scolastici e anche per la sua opinione a dir poco errata, sulle ballerine, viste come “sgualdrinelle”.
«Ciao CriCrì! Che piacere rivederti. Non pensavo di trovarti ancora qui, dopo tutti questi anni!».
«Quando il proprietario decise di lasciare l’attività, ho comprato la licenza a mio nome. Sono passati anni da allora! Forse più o meno coincide con l’ultima volta che ci siamo viste…quanti anni saranno passati?»
«Sono passati sette anni da allora».
«Tutto questo tempo, sicura?»

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