"Sentirsi depressi significa vedere il mondo attraverso
degli occhiali con le lenti scure: tutto sembra più opaco e difficile da
affrontare, anche alzarsi dal letto al mattino o fare una doccia. Molte persone depresse hanno la sensazione che gli altri non possano comprendere il proprio stato d’animo e che siano inutilmente ottimisti".
Questo "male invisibile", alquanto astuto, si nutre di noi, mentendoci, facendoci credere che il problema siano gli altri e non noi. Troppe domande insistenti e personali, alle quali rispondiamo con un: "Fatti gli affari tuoi, io sto bene!", o, "E' solo un momento, un periodio no. Passerà presto!".
Quante bugie dette, soprattutto a noi stessi!
Chi soffre di depressione, spesso e volentieri non se ne rende conto...
Dobbiamo aiutare e sostenere chi soffre di questa patologia ed intervenire in tempo, prima che anche il corpo inizi ad ammalarsi, senza alcuna possibilità di cura.
Purtroppo l'ho capito troppo tardi, sulla mia pelle.
La vita è piena di cose da fare: impegni di lavoro, i figli, il coniuge, la casa e il nostro egoismo cieco. Per quanto pensiamo di fare la cosa giusta, alla fine, è sempre quella sbagliata. Dedichiamo il nostro tempo agli altri, forse poco tempo, senza mai chiedere: "Come stai?" e se lo facciamo, siamo sicuri di percepire veramente la risposta, anche celata tra le parole..."Sto bene?". Mi rendo conto che non è facile.
La verità è che siamo macchine senzienti complesse, a volte complicate, e spesso
Nessuno, ne tantomeno io, posso permettermi di giudicare il vostro operato, bensì, vi metto a conoscenza del mio pensiero, sul mio vissuto, basato sulla mia esperienza personale.
Dopo anni, ancora mi domando cos'altro avrei potuto fare per mia madre, e l'unica risposta che ho è, il rimpianto di non averlo capito prima. Sapevo da sempre della sua depressione ma non ne conoscevo la potenza, e solo dopo la sua morte, l'ho potuta guardare in faccia e gridargli a gran voce: "So chi sei, ti ho già incontrata e non mi prenderai mai!".
Forse sono stata fortunata o semplicemente forte, quel tanto da capire che stavo annegando nel suo oblio, e potevo vederlo chiaramente sui volte delle persone che avevo al mio fianco: mio figlio, mio marito, mio padre e i miei suoceri.
Ho fatto una cosa semplice, un gesto che facevo quando ero piccola; ho preso carta e penna e ho cominciato a portare la mia sofferenza su carta, e non mi sono mai fermata, anche quando le lacrime bagnavano e scolorivano le parole. Sono arrivata fino alla fine e quando ho messo il "punto", magicamente quel mattone che avevo da tempo sullo stomaco, si è frantumato.
Adesso, ogni volta che mi sento giù, scrivo, non importa dove, non importa a chi, perchè penso che le parole legate alle mie esperienze negative, possano aiutare, incoraggiare coloro che soffrono.
Mia madre non è stata così forte perchè non ha trovato nessuna ancora a cui aggrapparsi. Si è lasciata andare pian piano, e noi l'abbiamo lasciata andare. Forse doveva andare così, non avremmo potuto fare di più per lei, ma chi me lo garantisce?
Per questo vi dico, aiutiamoci ad aiutarci! Chi ha più forza, aiuti il prossimo, chi ne ha meno, permetta agli altri di farsi aiutare.
Sono frasi fatte, banali, ma è la pura verità. Non dobbiamo demordere mai, nè abbandonarci nè abbandonare perchè sarebbe davvero un peccato sprecare questa nostra meravigliosa e preziosa vita.
In questo momento, una persona a me molto cara, mio stesso sangue, sta combattendo una battaglia contro i suoi fantasmi del passato e spero vivamente che ne possa uscire vincitrice, seppur ferita.
Mi sento inerme, lontana, ma spero vivamente di poter fare anche un piccolo gesto, per poterla sollevare da cotanto dolore.
L'unica cosa che mi consola è che dopo l'inverno c'è sempre la primavera...a tutto c'è rimedio, tranne alla morte!
Grazie per avermi ascoltata, sarei lieta di conoscere le vostre idee, esperienze...non lasciatemi sola, lasciate un commento.
Eka
Ester: Depressione... ci sarebbero tante cose da dire ...chi ne soffre chi la vive con un famigliare ....mille sfaccettature di una malattia di cui forse si parla poco ma che lascia cicatrici profonde.
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