Vi presento il mio nuovo lavoro tutto dedicato alla Fantascienza...
MDX-2282
E' una trilogia di libri, due dei quali già in vendita su Amazon store, ambientato in un mondo post-apocalittico, in cui un gruppo eterogeneo di sopravvissuti, tra i quali alcuni militari e scienziati, si mette in viaggio dal New Mexico fino alle coste del lago Maggiore nel Michigan in cerca di un luogo chiamato la Cupola. Il viaggio sarà non privo di imprevisti e colpi di scena, non mancheranno lotte per la sopravvivenza tra umani e i loro simili e ciò che si cela oltre le Luci.
Primo volume "IL GIORNO DELLE LUCI"
Marzo 2023
TRAMA
La terra non è più come prima a causa di una serie di eventi non dovuti alla stupidità umana ma da qualcosa di più devastante e sconosciuto. Un gruppo eterogeneo di persone tra cui anche militari e scienziati, si mette in viaggio in cerca di sopravvissuti per tentare di salvare ciò che è rimasto. Un viaggio arduo dal New Mexico al Michigan, che li porterà allo stremo delle forze, alla perdita di affetti, al superamento delle proprie paure e a un incontro inaspettato.
Lo trovate sia in formato cartaceo che in ebook!!!
ESTRATTO
L’aria all’interno del bunker era sempre maleodorante, nonostante facessimo spesso il cambio dei filtri. Sentivo sempre un puzzo, cattivi odori, aria densa, e avere anche un animale dentro una stanza, senza finestre, non era proprio il massimo. Benché lavassi Caesar ogni quindici, venti giorni, il suo odore non spariva mai: puzzava sempre di… cane.
Per il mio amico peloso c’era molto spazio all’interno del bunker; lunghi corridoi in cui poteva sfogarsi e anche un bagno privato: un albero tutto suo, un ulivo, modificato geneticamente per rimanere di piccole dimensioni e in grado di catturare gli odori.
Sul tronco in alto, scherzosamente, avevo messo un cartello sul quale era disegnato un cane stilizzato e una scritta spiritosa: LASCIARE LIBERO IN CASO D’ EMERGENZA!
Caesar era un cane abbastanza bravo e ubbidiente, anche se a volte, forse per dispetto, faceva la pipì sulle aiuole appena fiorite del Signor Sebastian. I due diventarono presto amici, esattamente dal giorno in cui gli confidai che Caesar andava matto per i fagiolini. Seb, da bravo botanico qual era, gestiva e coltivava lui ogni prodotto della serra. Altre persone vi lavoravano, certo, ma lui era il capo anziano e tutti gli dovevano obbedire senza dire nulla. Decideva se coltivare questo o quello in base ai gusti di ognuno, ai semi che aveva disponibili, alla crescita delle piante. Insomma, la serra era di sua proprietà e solo a volte accettava consigli sul da farsi.
Un uomo molto piacevole e sincero, di una certa età, statura media, pienotto, con capelli bianchi e radi. Gli occhi, nascosti da piccole lenti tonde poggiate sulla punta del naso, erano di un verde smeraldo innaturale. Naso a patata e bocca sottile, con due gote sempre rosse, da far pensare a Mastro Ciliegia nella favola di Pinocchio. Figlio di semplici contadini che spesero ogni centesimo posseduto per farlo studiare e che dopo la pensione militare, ormai solo, decise di dedicare il suo tempo all’interno della base, continuando nel suo lavoro di ricerca biologica.
Per farsi amico il mio pelosone, una volta a settimana, gli riempiva la ciotola con i suoi teneri fagiolini verdi e Caesar in cambio, lo andava a trovare almeno una volta al giorno, tenendogli compagnia durante le passeggiate su e giù per la serra.
La storia delle aiuole? Beh, diciamo che Caesar era come un bambino: se gli vietavi di fare qualcosa, doveva per forza disubbidire e combinare qualche danno.
Quando le aiuole erano quasi in fiore, Seb rimaneva ore e ore in attesa del miracolo non dedicando molta attenzione alla bestiola, che per dispetto, una volta sbocciate le meraviglie, attendendo il momento della distrazione, ci faceva la pipì sopra... bruciandole.
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Secondo volume "LA CUPOLA"
Marzo 2024
TRAMA
Secondo libro della trilogia di Fantascienza MDX2282. Continua l’avventura dei sopravvissuti a un disastro nucleare, partiti dal New Mexico con direzione Michigan, in cerca di un luogo chiamato la Cupola. Il viaggio sarà non privo di imprevisti e colpi di scena, e non mancheranno lotte per la sopravvivenza tra umani e ciò che si cela dietro le luci. Quando finalmente raggiungeranno la tanto bramata destinazione, non crederanno ai propri occhi nel vedere un micromondo così apparentemente perfetto ed evoluto. In un modo o nell’altro, dovranno adattarsi a quelle nuove abitudini imposte dalla Cittadella per un fine molto più grande: la sopravvivenza della razza umana. Alla fine troveranno però solo alcune risposte alle numerose domande che per tutto il tempo, dalla reclusione all’interno del bunker fino al raggiungimento del popolo dei Kiro, si sono posti per tutto il viaggio.
Lo trovate sia in formato cartaceo che in ebook!!!
ESTRATTO
Le porte si aprirono da sole al nostro arrivo e un profumo di biscotti al burro mi inebriò le narici. La mia mente fece un tuffo nel passato e in un istante mi ritrovai a casa di mia nonna Emy, nella sua cucina, accanto a lei, intenta a preparare biscotti. Mi guardava con tenerezza, sorridendo perché come al solito, mi ero sporcata ovunque di farina. Un ricordo meraviglioso e triste nello stesso tempo, perché conscia che la mia nonnina ci aveva lasciati molto tempo fa.
«Mi sembra di sentire il profumo di biscotti di nonna Emy, a te no?» dissi guardando mio fratello.
«Già! Questo è il profumo dei suoi biscotti!»
«Sono biscotti che il nostro fornaio ha cucinato per voi come segno di benvenuto. I Kiro hanno raccolto informazioni dai vostri ricordi. Ora seguitemi, andiamo nella sala grande lì in fondo; ci stanno aspettando» precisò il nostro accompagnatore Kyle.
«Benvenuti amici, prego, accomodatevi. Non abbiate timore, fatevi avanti» disse Hero con fare molto rassicurante.
La grande sala circolare, molto simile a un’aula universitaria, aveva numerose scalinate in legno che correvano intorno alle pareti formando una mezzaluna. Al centro della stanza, un tavolo di legno grezzo con delle sedie era illuminato da un enorme lucernario posto sul soffitto, sempre di forma circolare.
Ci sedemmo sulla prima gradinata in basso, mentre i Kiro rimasero in piedi al centro della stanza a osservarci con un gran sorriso sulle labbra.
Non sapevo come spiegarmelo, ma in quel preciso momento non ebbi più alcun timore di loro e sentii che erano davvero brave persone come affermavano di essere. Il mio istinto mi diceva forte e chiaro che quello era il luogo in cui avrei dovuto essere, che dovevo solo pazientare e abituarmi al loro modo di comunicare.
«Grazie per essere qui con noi. È molto importante che ognuno di voi sappia che avrà un ruolo fondamentale per il futuro dell’umanità.»
“Ecco, adesso ci dice che sono un popolo di cannibali e che noi saremo il loro futuro… pasto” pensò Hubert.
«Voglio subito tranquillizzare alcuni di voi dicendo che non mangiamo carne di nessun “tipo”, ma solo i frutti che la terra ci dona. Abbiamo un regime alimentare che soddisfa ogni fabbisogno energetico senza dover sacrificare inutilmente animali. I cavalli, i conigli, le pecore, insomma, tutto ciò che troverete qui nella Cupola e fa parte del regno animale, vive libero e senza predatori. Vi garantisco che con il tempo vi abituerete al nostro cibo senza troppi sforzi o rinunce.»
“Non so se riuscirò mai a rinunciare a una bella bistecca al sangue, alla cotoletta panata, alle ali di pollo fritte…” pensò di nuovo Hubert.
«Caro amico, credo che per il momento dovrai accontentarti perché i nostri animali non si riproducono più da anni ormai e sulla terra, non vi è rimasto molto. Confidiamo nel vostro aiuto anche per questo.»
«Hub, perché sta guardando te?» chiese Shelly.
«No! Non è vero, sta guardando un po’ tutti!»
Mi girai e sorrisi a Shelly, che immediatamente capì e ammonì di nuovo suo marito.
«Riesci a pensare a qualcosa di intelligente? Puoi evitare di farci fare sempre brutta figura? Che cosa penseranno di noi? Per favore, svuota il cervello come fai ogni volta che ti parlo o mi lamento, ok?»
«Mah, stavolta non sono stato io… Chi ha fatto la spia?» chiese l’omone indicando tutti noi con il dito indice in cerca di qualche finto colpevole.
«Joy, sul serio? Sei stata tu a…»
«Insomma! Hubert Garvin Junior! La smetti di fare il bambino?» lo rimproverò severamente sua moglie.
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