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MONICA SARACA

Buon pomeriggio a tutti, oggi vi voglio presentare una carissima amica nonché collega Monica Saraca. Prima di lasciarvi in sua compagnia, ci...

martedì 2 novembre 2021

I'M A FREAK...

Scrivo per non dimenticare, perché non sempre le cose brutte devono essere dimenticate, altrimenti si rischia di passare sopra di continuo a offese, mancanze che oltre a non meritare, ci fanno sprofondare in un vortice di tristezza e malessere.
Non dobbiamo credere di essere noi i sbagliati, i diversi, solo perché pensiamo e agiamo in modo diverso dalla massa. Siamo individui unici e pensanti con gusti e opinioni diverse e se queste non vengono accettate da chi ci sta intorno, beh, problema loro.
Non dobbiamo mai nascondere il nostro Essere solo perché non piace agli altri, non dobbiamo cambiare per nessuno se non per migliorare noi stessi, quindi se non piacciamo per come siamo, cambiamo chi ci sta intorno.
La mia bisnonna diceva sempre:
“Chi non mi ama, non mi merita”, ed io sono perfettamente d’accordo con lei.
Chi non riesce a vedere nella profondità della nostra anima, non lo farà mai e non ci apprezzerà mai qualsiasi cosa faremo, perciò dobbiamo andare avanti per la nostra strada senza fare troppe domande perché spesso e volentieri, nemmeno gli altri hanno le risposte.
Per anni ho fatto questo grande errore, di cercare risposte da persone che mi mostravano solo la loro assenza e ho provato in tutti i modi a farmi accettare, senza alcun risultato e queste sono le frasi che ho avuto come risposta:
“Tu sei forte, non hai bisogno del nostro aiuto!”
“Piantala di fare la vittima!”
Alla prima, la mia risposta è: Sono dovuta diventare forte perché mi sono trovata sola ad affrontare problemi più grandi di me. Ora lo sono, prima non lo ero.
Alla seconda, la mia risposta è: Prima di accusare, provate a sentire tutte le campane! Ragionate, perché se fosse stata mia la scelta di non esserci, non mi sarei certo lamentata con voi di questo. O sbaglio?
Ripensandoci, mi sento una vera cretina. Forse colpa della tenera età ma un tempo ero convinta che il legame familiare, di sangue, fosse un qualcosa di imprescindibile, nel quale una forza intrinseca misteriosa legasse le persone tra loro in un sentimento reciproco di rispetto e benevolenza. È chiaro che mi sbagliavo.
Con il passare degli anni ho ben compreso come stanno le cose.
Il bene, il rispetto, la voglia di condividere gioie e dolori, non seguono affatto uno schema di sangue ma un percorso ben preciso dettato dal cuore.
È il cuore che sceglie, organo sovrano senza scopi, dal solo istinto di compassione, lui ci mostra chi veramente merita di stare al nostro fianco, che abbia o meno il nostro stesso sangue, che viva o meno nella nostra città.
Il cuore è la nostra parte razionale, quella da ascoltare con maggior attenzione perché nel suo disinteresse ci parla chiaro e forte.
Se lo avessi ascoltato da subito, non avrei sofferto per tutto questo tempo per persone che non meritavano.
Oggi chiedo a me stessa, come ho potuto avvertire l’assenza di alcune persone se queste non ci sono mai state? Mi aggrappavo all’idea che la famiglia dovesse essere unita, sempre e che ci si dovesse aiutare e consolare a prescindere…quanto mi sbagliavo!
La famiglia è quella che scegli, sono le persone che ti rispettano e ti amano per come sei e non vorrebbero mai tu fossi diversa. Ho avuto da sempre la fortuna di avere tante persone intorno che ci sono state sempre, nel bene e nel male e io stupidamente continuavo ad aggrapparmi a un’effimera illusione.
Chi sostiene di non averti invitato ad una festa perché probabilmente avevi da fare, è chiaro che non apprezzava la tua presenza.
Chi ti rinfaccia di averti fatto la notte in ospedale mentre eri in fin di vita, è chiaro che non lo ha fatto per te.
Chi ti urla in faccia che quando quella pazza di tua madre resterà da sola, tu non potrai contare su di loro, non ha né compassione né bene nei tuoi confronti.
Chi ti accusa di essere bugiarda, non conosce la tua onestà.
Chi non vede la tua sofferenza e dice che: “Guarda che a tua sorella gli è morta la madre!”, non si rende conto che la madre in questione è la stessa tua.
Chi ti accusa di essere andata ad abitare fuori città, non comprende i sacrifici che hai fatto anche solo per comprarti un buco di casa in un paese sconosciuto.
Chi ti accusa di non aver dato una tomba su cui piangere a tua Nonna, alla morte di tua Madre, non solo non conosce le volontà della defunta ma non conosce neanche te.
Chi mette subito le mani avanti, ha sempre qualcosa di losco da nascondere.
Chi vuole vendere senza scrupoli la casa a cui teneva tanto la tua famiglia, sostenendo di non averla mai voluta e di non farlo per denaro, è solo un ipocrita senza cuore.
Chi ti dice di non comprendere il tuo astio nei suoi confronti, si dovrebbe fare un esame di coscienza mentre legge queste mie parole.
Lo avrei dovuto fare molto tempo fa, chiudere e allontanare io stessa tutte quelle persone che non hanno mai dato valore alla mia presenza.
Sono sempre stata fiera di me, per le mie scelte e per non aver chiesto aiuto mai a nessuno. Non ho mai fatto del male al prossimo, anzi, solo del bene non ricambiato.
Sono stata chiamata strana, sempliciotta e lo sono, non me ne vergogno affatto perché mi considero diversa, non uguale a tutti gli altri omologati.
Qualche mese fa ho chiuso quella porta senza remore e so che non la riaprirò mai più.


Erika