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MONICA SARACA

Buon pomeriggio a tutti, oggi vi voglio presentare una carissima amica nonché collega Monica Saraca. Prima di lasciarvi in sua compagnia, ci...

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mercoledì 5 agosto 2020

SOCIAL? pollice su o giù?

Ciao a tutti, eccomi con un nuovo argomento.
Perché usiamo i social per comunicare?
A mio giudizio, la maggior parte delle persone che scrive un suo pensiero personale sui social network, è per condividere con gli altri il suo stato d’animo, la sua idea, per essere in qualche modo, parte di un tutto e si aspetta, ovviamente, di avere un riscontro, che sia positivo o negativo non importa. E ci sta.
C’è anche chi lo fa per esibirsi, farsi notare, dimostrare il proprio ego smisurato e la propria altezza sul piedistallo, quasi sempre, con post che denigrano, criticano e sminuiscono il prossimo. In questo caso, il più delle volte si creano polemiche infinite, discussioni sterili anche su cose che non ci riguardano intimamente, incomprensioni.
E tutto questo poi, a cosa servirebbe? A mio avviso a renderci ancora più arrabbiati e distanti.
Siamo sicuri che questi mezzi siano qualcosa di altamente necessario e positivo?
Abbiamo il coraggio di rispondere con insulti e brutte parole, anche a persone che non conosciamo direttamente, solo perché nascosti dietro ad uno schermo e una tastiera. E’ più semplice offendere senza guardarsi negli occhi, questo è certo!
Finché mettiamo un like per empatia, per sentirci più vicini al nostro amico “social”, o inviamo un emoji, emoticon, gif e quant’altro, può anche andar bene ma non credo basti questo per far star meglio l’altro. Se abbiamo confidenza con quella persona che mostra un disagio momentaneo, dovremmo anche farci vedere, se possibile, perché un abbraccio vale più di mille parole! Facile a dirsi.
La realtà è che siamo tutti stressati e insoddisfatti perché troppe sono le cose che non vanno: sfruttamento o assenza di lavoro, difficoltà per gli spostamenti e traffico, tasse alte e stipendi bassi, malattia, e tutto questo va a influire sulla vita sociale.
Con tutti i pensieri che abbiamo ogni giorno, possiamo anche prenderci carico del bagaglio degli altri? La risposta la sapete già. Siamo diventati un popolo asociale ed egoista.
Addirittura, andiamo sul profilo altrui per vedere se gli altri hanno qualcosa più di noi e lì, invece di gioirne, siamo invidiosi e subito, andiamo a pubblicare frasi, aforismi, per far star meglio il nostro ego. Ci capita anche di pensare che ogni post puramente casuale o diretto ad altri, sia invece indirizzato a noi, e di nuovo, ci troviamo a pubblicare una risposta all’altezza dell’offesa presunta, creando un turbinio infinito di botta e risposta.
Da mezzo per comunicare con amici e parenti lontani, si trasforma così in un’arena di gladiatori pronti a combattere, in attesa di infliggere per primi il colpo fatale.
Esagerata? No, realista.
Quanti di voi sono convinti che cancellando un amico sui social, automaticamente possa sparire dalla nostra vita reale? Quanti si comportano come appena descritto? Inconsapevolmente, la maggior parte di noi.
Credo che dovremmo fare un passo indietro, mettendo da parte stereotipi e pregiudizi, ricordandoci di quando eravamo umani e ci abbracciavamo per consolarci, dimostrandoci il nostro affetto con la sola presenza fisica, senza bisogno di parole.
Cerchiamo di essere umili, empatici e più disponibili e sinceri, perché il mondo è fatto di tante persone diverse, con un vissuto differente dal nostro, magari che soffre o ha già sofferto, e che spesso scarica la sua insoddisfazione su di noi, senza rendersene conto, accusandoci di cose senza senso e offendendoci con parole pesanti.
Prendiamoci il nostro 100% di responsabilità, e torniamo a condividere con il cuore.


Eka