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venerdì 28 agosto 2020

Zio Roberto

 Ben trovati!

Scusate per l’assenza, a volte mi capita di isolarmi per riflettere sulle cose che mi accadono.
Otto giorni fa, è venuta a mancare una persona a cui volevo molto bene.
Nonostante non fosse un parente diretto, ma il cugino di mio suocero, avevo con lui un bel rapporto di amicizia.
Più vecchio di me di almeno quarant’anni, che quando mi disse la sua età, lo costrinsi a farmi vedere la carta d’identità perché pensavo a uno sei suoi scherzi. Animo buono e sincero, Roberto, era una persona piacevole, ironica, che riusciva a trasmettere serenità e pace, con il suono delle sue parole e con il suo simpatico sorriso.
Parlavamo di tutto; dalla politica ai film d’azione, dalla religione al primo uomo sulla Luna.
Era persino un mio fan; gli piaceva il mio modo di scrivere e amava la mia capacità di descrivere quei sentimenti più difficili da esternare, persino a se stessi (parole sue).
Mi fece un milione di domande quel giorno di giugno che mi venne a trovare. Avevo timore della sua visita perché il lockdown era appena finito; si ricominciava da poco a uscire, e si temeva di essere “toccati”, o contagiati dalle persone, così, si evitava di incontrare gente.
Io ero una di quelle persone, paurose per sé, e di poter a mia volta, contagiare altri.
Alla fine, mi feci coraggio, spinta anche dal fatto che Roberto mi disse di voler passare per fare una saluto e avere una dedica sulla copia del mio libro “Tu, Signora Aquilone”.
Beh, fu un bel gesto da parte sua, e non scontato, né doveroso. Il mio libro gli era davvero piaciuto, e lo percepivo nella curiosità delle sue domande.
Mi riempì di complimenti quel giorno, dicendomi che ero una bella persona, una donna forte, genuina e che avevo una grande fortuna: quella di avere accanto un brav’uomo che mi volesse davvero bene e di aver formato con lui, una bella famiglia. Me la meritavo e dovevo difenderla con i denti se fosse stato necessario. Non capii da cosa nascessero le sue parole e così chiesi a lui da cosa deducesse tutto questo, e Roberto mi rispose:
“Basta guardare tuo figlio per capire. E’ un bravo ragazzo, educato e soprattutto…felice e sereno”.
Allora capii.
Mi incoraggiò moltissimo; nei sogni, nei miei progetti, e addirittura mi disse che grazie al mio spirito e alla mia solarità, avrei potuto fare qualsiasi cosa nella vita, a patto di non cambiare mai, di preservare la cosa più importante che avessi. Il mio Cuore.
Oggi comprendo il perché di quella visita e delle sue parole.
Credo che sapesse di essere malato e sentiva che stavolta, non ce l’avrebbe fatta e nonostante tutto, era sereno, in pace con sé stesso.
Da quel che so’, fece un giro di amici e parenti prima di essere ricoverato in ospedale, forse per dare loro un ultimo saluto.
Mi mancherà.
Preserverò un bellissimo ricordo di lui e della sua stupenda persona, sperando un giorno di poterci rincontrare, per una spassosa chiacchierata tra amici.

Buon viaggio Zio Roberto.

 

                                                                            Eka

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