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domenica 18 agosto 2019

Campo di Giove

 
Campo di Giove è un paesino situato nella provincia dell'Aquila, ha un'altezza di 1100mt circa sul livello del mare e offre per questo, un ottimo clima sia d'estate che d'inverno.
Da tutta la mia vita, è stato una meta di vacanze per la mia famiglia, e ancora oggi, da me usato come rifugio dalla routine quotidiana.
Tra le sue strade e i suoi vicoli, conservo il ricordo di momenti felici e spensierati, di un'infanzia semplice e piena di forti sentimenti, ma ciò che ha più valore per me è che qui, posso trovare lo spirito di mia madre. Quando morì per malattia nel 2011, il suo desiderio fu quello di essere cremata e sparse le sue ceneri sul "colle", vicino la nostra casa.
Il suo spirito vaga felice tra fiori e foglie e ogni volta che ne sento il bisogno, prendo la macchina e la raggiungo qui sulla "nostra collina".
Un mese prima della sua dipartita, eravamo in vacanza qui a Campo di Giove, così ho pensato di inserire nel mio libro, i paesaggi e le montagne di questo posto meraviglioso, con lo pseudonimo di Montedimezzo.
Se cercate un posto dove rilassarvi e abbandonare i vostri pensieri, vi consiglio di visitare questo paesino con le sue attrazioni naturalistiche, quali il Lago Ticino e il Bosco di S.Antonio.
Questo è ciò che io definisco...paradiso terrestre (foto sotto)


mercoledì 14 agosto 2019

Sogni...

"Il sogno è l'appagamento mascherato di un desiderio inconscio"

cit. S. Freud

 

Se è vero ciò che afferma Freud, il mio desiderio è quello di rivederti...almeno nei miei sogni. Quando questa mattina mi sono svegliata, ero stranamente felice ma non ne capivo il perchè, fino a quando il mio sguardo non si è posato sulla tua fotografia; così ho ricordato. Stanotte ti ho sognata! Ho fatto un bellissimo sogno, senza alcun senso apparente, ma c'eri tu, bella come il sole e sorridente come un arcobaleno. Per tutta la mattina ho portato con me la sensazione del tuo abbraccio e l'eco delle tua risa...come è beffarda la nostra mente! Ci fa vivere cose irreali, lasciandoci poi con l'amaro in bocca.
Vivrò ancora e ancora con la speranza e il desiderio di ritrovarti in un altro sogno. Vieni a trovarmi quando vuoi Mamma, io ti aspetterò.
Buonanotte mondo...

Eka


domenica 11 agosto 2019

Fantasmi

CHI HA PAURA DEI FANTASMI? 

Dovete sapere che mia madre Daniela, amava raccontare storie di fantasmi, invece delle favole della buona notte, e io per esorcizzare la paura, raccontavo a mia volta quelle storie, ai miei compagni di Asilo. Ovviamente, la protagonista dei racconti non era mia madre, ma io. Sin da piccola quindi, ho avuto una fervida immaginazione e una spiccata capacità nel trattenere i miei ascoltatori.
Sono cresciuta con la paura del buio e con la curiosità di sapere cosa si cela oltre la nostra realtà visibile. Non ho mai dubitato dei racconti fatti da mia madre, perchè oltre ad averne avuto conferma da persone con lei coinvolte, il suo modo di raccontare era così realistico e dettagliato che sul suo volto si poteva ancora leggere lo stupore e il terrore per quei fatti. Se invece si fosse inventata tutto di sana pianta, beh, in questo caso so da chi ho ripreso per la mia dote nella scrittura😊.
Nel mio libro, "TU,SIGNORA AQUILONE", ci sono alcuni dei racconti che mia madre amava raccontarmi. 
  • L’uomo distinto con panciotto e l’orologio da taschino, marito della Signora Rachele, vicina di casa che abitava accanto a lei quando era bambina? Il suo spirito si aggirava in casa propria, sorridendo e donando caramelle a mia Madre e alle sue sorelle, all’insaputa della moglie. Lo stesso uomo che era deceduto qualche anno prima per malattia.

  • Il ragazzo della comitiva incontrato ad una festa di compleanno che morì in un incidente stradale qualche giorno prima? Mia Madre gli parlava come se niente fosse mentre le sue sorelle, dall’altro lato della stanza, si sbracciavano senza farsi notare dal resto degli invitati, perché vedevano la sorella parlare con il muro. Assurdo e divertente.
  • L’uomo con la bombetta che vide in camera da letto, entrare dalla porta e uscire dalla finestra? I N Q U I E T A N T E.
  • Durante la seduta spiritica eseguita dai suoi genitori e alcuni amici dove fu invocato uno spirito irrequieto che per burla, allagò la casa schiantando lo scaldabagno sul water posto di fronte?
  • La bambina dai capelli biondi e lisci che ogni sera faceva capolino dalla porta a vetri della sua camera?
    Che ricordi da brivido che ho di questa storia. Né sono ancora terrorizzata.
    Mia Madre vedeva spesso questa bambina aggirarsi in casa nostra di notte. Indossava una camiciola e camminava a piedi scalzi. Una sera, decise di seguirla, ma nel corridoio trovò solo le impronte di piccoli piedini nudi.
    E così, ogni sera per tante sere.
    Anche Nonna la vide, in piedi accanto al suo letto. Emetteva profondi sospiri accanto al suo viso rilassato dal sonno, finché la destava improvvisamente facendola sobbalzare.
  • Lo spirito guida di zia Frida che invocavano insieme con l’aiuto della oujia, nelle notti d’estate?  

"Quando si dice, vivere in una famiglia sana!"
😂 


mercoledì 7 agosto 2019

Recensioni su "Tu, Signora Aquilone"

Ciao a tutti!
Queste sono alcune delle recensioni lasciate sui vari social dai miei lettori. Un grazie a tutti loro per le splendide parole.










sabato 3 agosto 2019

Il mio primo libro a otto anni - Il Paese delle Nuvole

Hola!
Come vi stavo raccontando nel post "All'Asilo da Stella", iniziai proprio in questo luogo a dare spazio alla mia immaginazione. Credo di aver iniziato molto presto a raccontare storie, forse intorno agli otto anni, anche perchè in quel periodo, in attesa che nascesse mia sorella, scrissi il mio primo libro con l'aiuto di mia cugina di secondo grado, Cristina. Era l'estate del 1985 ed io e la mia famiglia eravamo in vacanza vicino Verona, ospiti dagli Zii di mio padre. Nonostante Cri fosse molto più grande di me, mostrava una tale pazienza nell'ascoltarmi, e fu proprio lei ad insistere che scrivessimo questo libro. Me la ricordo, malgrado siano passati trentaquattro lunghi anni, seduta alla scrivania con le dita sui tasti di una vecchia macchina per scrivere. Con il suo sorriso compiacente di una estrema dolcezza, ascoltava il mio racconto con estrema attenzione e scriveva con premura ogni singola parola. Mi disse di creare due illustrazioni che avremmo poi allegato al libricino, così, presi i miei colori e disegnai...





giovedì 1 agosto 2019

All'Asilo da Stella

Ciao a tutti,
come promesso vi racconterò un pezzo della mia vita.
Vi ho già detto che mia madre era una maestra? Credo di sì! E bene, quando vinse il concorso per lavorare negli Asili Nido, io ero molto piccola e dal momento che anche mio padre lavorava tutto il giorno, i miei genitori furono costretti a iscrivermi presso un Asilo privato che fungeva da pre e post scuola. Così, dalle 7 fino alle 17 circa, vivevo in questo "mondo" pieno di bambini di ogni età. Ovviamente non ho ricordi del periodo pre-scolastico, ma ricordo benissimo gli anni trascorsi dai 6 anni fino ai 10. Dopo le cinque ore passate a scuola, la signorina di turno o la titolare dell'Asilo, Stella, ci veniva a prendere all'uscita, e tutti in insieme, fila per due come soldatini, marciavamo sulla strada che ci avrebbe riportato al dopo-scuola. I più grandi aiutavano a sistemare la sala da pranzo, organizzando sedie e tavoli e apparecchiando la tavola. I più piccoli invece, erano disposti in fila nel corridoio, in attesa del proprio turno al lavandino. Quando tutti erano pronti e correlati di apposito bavaglino (ogni bambino sotto ai 6 anni), le signorine, portavano le pietanze avanti e indietro dalla cucina, e quando ognuno aveva avuto il suo, si cominciava la "pappatoia". Riesco a sentire ancora, nonostante il tempo trascorso, il "tac" del cucchiaio di ferro sul piatto di plastica e il "tuc-tuc", del bicchiere che sbatteva sul tavolo in segno di:
"Ho finito l'acqua! Signorina!", e la maestra più vicina, rimboccava subito il boccale, poi il successivo, poi quello dopo e così via. Terminato il banchetto, cominciava il ronzio delle voci, che però terminava con lo sgombro delle vettovaglie e con il trenino verso il bagno, per fare la pipì. qui veniva fatta la divisione per età: i bambini da 0 a 3 anni, venivano messi sui passeggini e portati nel corridoio per la ninna; i bambini dai 4 ai 6, venivano fatti sedere intorno ai tavoli, "mani conserte e testa sul tavolino", in silenzio ovviamente, perché anche loro in qualche modo dovevano riposare. I più grandicelli, quelli che frequentavano le elementari e oltre, venivano portati nella stanza più a nord dell'istituto per svolgere i compiti assegnati. La cosa straordinaria che ricordo con molto affetto è la condivisione e la solidarietà che regnava tra noi bambini. Si bisticciava di continuo, ma se qualcuno aveva bisogno, anche fosse un aiuto per i compiti, si stava tutti lì impegnati nel risolvere il problema. Eravamo come una grande famiglia, che condivideva spazi e giochi con estrema semplicità e armonia. Nessuno veniva "abbandonato" e nessuno rimaneva fuori dal gioco perché ciascuno di noi, trovava il modo di convincere lui o gli altri a reintegrarlo. Questa era la mia Ohana (famiglia) e lo è stata fino ai miei 10 anni di vita e devo ringraziare i miei Genitori e la fantastica proprietaria dell'Asilo, di nome Stella, perché mi hanno dato la possibilità di conoscere tante persone diverse di età, sesso, religione e ceto sociale e anche per avermi insegnato che siamo tutti uguali, esserei umani che vivono e muoiono sotto lo stesso tetto e che grazie alle proprie differenze, da me chiamate caratteristiche personali o qualità, popoliamo questo meraviglioso mondo e lo adorniamo con le nostre virtù. 
In questo meraviglioso microcosmo ho iniziato a raccontare storie per intrattenere i miei compagni e per passare il tempo nei momenti di "silenzio"pomeridiano all'interno dell'Asilo.
Per il momento è tutto...a presto.
Eka Erika

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